Organismi Luminosi: La Scoperta della Luce Che l’Occhio Umano Non Può Vedere

Esiste un'aura di biofotoni emessa da tutte le creature viventi che scompare con la morte

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La rivista The Journal of Physical Chemistry Letters dedica la copertina alla scoperta dell’emissione ultra debole di fotoni dagli esseri viventi

In un laboratorio immerso nel buio più assoluto, dove anche la più lieve scintilla può alterare la realtà osservata, la scienza ha acceso una luce nuova — paradossalmente invisibile, ecco a voi gli organismi luminosi. Un gruppo di ricercatori ha documentato qualcosa che, fino a poco tempo fa, apparteneva al confine tra scetticismo e leggenda: tutti gli organismi viventi emettono spontaneamente una luce, un debole bagliore naturale noto come Ultraweak Photon Emission (UPE), o emissione fotonica ultra-debole.

Questo fenomeno, misurabile con tecnologie altamente sensibili, non è visibile a occhio nudo. Eppure, è reale. Ogni creatura vivente — cellule umane comprese — emette biofotoni, minuscoli frammenti di luce generati dai processi metabolici più profondi. Un’aura sottilissima, che accompagna la vita silenziosamente, come un respiro di luce.

Un Ponte Inatteso tra Scienza e Spiritualità

Chakra e Meridiani

Per secoli, filosofie orientali e correnti spirituali hanno parlato dell’esistenza di energie sottili, di chakra, meridiani e campi vitali. Concetti che, nella visione new age e olistica, descrivono una rete energetica invisibile che attraverserebbe il corpo umano. Un sapere antico che affonda le sue radici nei testi vedici, nella medicina tradizionale cinese e in varie pratiche esoteriche.

Gli scienziati chiariscono: l’UPE non è la prova dell’esistenza di chakra o meridiani, almeno non nel senso spirituale o mistico tradizionale. Tuttavia, ciò che rende affascinante la scoperta è che esiste realmente una forma di energia sottile, luminosa, emanata dal corpo vivoun fenomeno che, sebbene diverso nei fondamenti, richiama alcune intuizioni simboliche delle antiche culture.

È come se il linguaggio della scienza moderna stesse lentamente iniziando a sovrapporsi a quello della spiritualità, senza per questo fondersi. La luce invisibile misurata dai ricercatori non ha intenti esoterici, ma ciò non impedisce di riconoscere in essa una suggestiva convergenza metaforica: dove un tempo si parlava di “aura”, oggi si parla di biofotoni. Dove si invocavano energie vitali invisibili, oggi si osservano emissioni luminose reali.

Il Futuro di una Scoperta Silenziosa

La comunità scientifica ora si interroga su come utilizzare questa luce per leggere la salute delle cellule, per anticipare lo stress ossidativo, o persino per diagnosticare precocemente alcune patologie. L’idea che un corpo sofferente possa “brillare” diversamente da uno in salute è già oggetto di studio.

E mentre la scienza avanza a piccoli passi, smontando miti e costruendo nuove certezze, resta l’eco di una possibilità suggestiva: che il nostro corpo parli un linguaggio luminoso, che fino ad oggi non siamo stati in grado di ascoltare. Forse non ci sono chakra da misurare, ma esiste una vibrazione reale, un’emissione sottile che ci accompagna — invisibile, costante, silenziosa.

In quel flebile bagliore, la vita rivela il suo lato nascosto. E per la prima volta, impariamo a guardarlo.

È ciò che suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Physical Chemistry Letters. Questa emissione, con intensità tra 10 e 1000 fotoni per centimetro quadrato al secondo, si estende nello spettro ultravioletto, visibile e vicino all’infrarosso (200–1000 nm). Anche se impercettibile a occhio nudo, oggi può essere osservata grazie a sofisticati sistemi di imaging ad altissima sensibilità.

Cosa Sono i Fotoni Ultra-Deboli (UPE)?

L’UPE è diversa dalla bioluminescenza (quella delle lucciole, per intenderci) e dalla radiazione termica. Essa nasce da reazioni biochimiche intracellulari, soprattutto legate alla produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), che si generano in risposta a stress fisiologici, inquinanti, ferite o variazioni ambientali.

  • Radiazione di corpo nero: dipende solo dalla temperatura.
  • Bioluminescenza: intensa, visibile, tipica di alcuni animali marini e insetti.
  • UPE: emissione debolissima ma costante, legata alla vitalità cellulare.

L’Esperimento: UPE in Topi e Piante

Utilizzando telecamere CCD e EMCCD di ultima generazione, i ricercatori del National Research Council Canada e dell’Università di Calgary hanno osservato come l’UPE si comporti in diversi scenari biologici.

  • La riduzione della luce nel momento della morte

    I topi vivi mostravano un’emissione di fotoni significativamente più alta rispetto ai topi appena deceduti.

  • Entrambi erano mantenuti alla stessa temperatura (37 °C), quindi il contrasto è dovuto esclusivamente alla vitalità cellulare.
  • Questo suggerisce che l’UPE può essere un indicatore non invasivo dello stato vitale.
  • Le piante di Arabidopsis thaliana e le foglie di Heptapleurum arboricola mostravano un aumento dell’UPE con la temperatura fino a un certo limite (36 °C), oltre il quale l’intensità calava, probabilmente per danni da stress termico.
  • In caso di ferite, le zone lesionate emettevano più fotoni rispetto a quelle sane.
  • Il trattamento delle ferite con agenti chimici mostrava comportamenti differenti:
    • Benzocaina, un anestetico locale, aumentava drasticamente l’UPE, più di alcol e perossido di idrogeno.
    • Questo effetto potrebbe essere legato all’interazione con i canali ionici o con i ROS stessi.
    • L’intensità calcolata negli esperimenti

Tecnologia all’Avanguardia per la Biologia del Futuro

  • EMCCD Andor iXon Ultra 888 per le piante, con raffreddamento a -95 °C per ridurre il rumore.
  • CCD Andor iKon-L, parte del sistema IVIS Lumina III per i topi.

Entrambe le camere hanno un’efficienza quantica superiore al 90%, capaci di rilevare anche un singolo fotone.

Le camere usate per gli esperimenti dei topi e delle piante

Implicazioni Biologiche e Applicazioni Future

Questa scoperta apre nuove prospettive in diversi ambiti:

 Ricerca di base

Studio della fisiologia cellulare e dei processi metabolici in tempo reale, senza etichette fluorescenti o sostanze invasive.

 Medicina

Potenziale utilizzo per il monitoraggio precoce di patologie legate allo stress ossidativo, come il cancro.

 Agricoltura

Controllo dello stato di salute delle piante in modo semplice e non distruttivo, utile per il miglioramento delle colture. L’UPE si sta rivelando una finestra straordinaria sulla vitalità degli esseri viventi. Questi fotoni, debolissimi ma costanti, potrebbero diventare in futuro uno strumento essenziale per diagnosi non invasive e per comprendere a fondo la risposta biologica allo stress. Una luce invisibile, ma piena di significato.

Fonte: American Chemical Society, 2025 — Studio condotto presso NRC Canada e Università di Calgary.

Giuseppe Oliva – Team Mistery Hunters

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