Sbarco sulla Luna: La Verità vi renderà Liberi

Sbarco sulla luna: la verità vi renderà liberi

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Allunaggio
Realtà o Finzione 51° Anniversario Allunaggio
“Il dubbio cresce con la conoscenza”
(Goethe)
“Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad “usum delphini”, e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa”
(Honoré de Balzac)
Faccio sempre la doverosa premessa: credete a quello che volete se quello a cui credete, le vostre più tenaci convinzioni, vi fa vivere meglio.
Quindi questo che sto per scrivere è riferito, in parte solo ai grandi curiosi come il sottoscritto, a quelli che si fanno domande, ed a quelli che cercano di indagare in modo proprio.
Magari sbagliando, per carità, però hanno quello spirito di curiosità che molte volte, nella storia, ha portato a scoperte e miglioramenti.
51 anni fa, l’uomo compiva la sua più grande impresa di sempre: mettere piede su un altro corpo celeste.
Quindi oggi saremo sommersi da decine di servizi e speciali su questa grande impresa americana.
Ma potrebbe anche essere che 51 anni fa sia successo altro e cioè che questa “impresa” sia stata solo una grande messinscena. Da decenni ci si divide su questa faccenda e nel mio piccolo ho visto tanti video e documentari pro e contro, letto vari libri ed ascoltato varie interviste.
Per prima cosa consiglio a chi voglia un po’ “indagare” il documentario di Massimo Mazzucco “American Moon” che ritengo il miglior documentario fatto.
Ripercorre per filo e per segno tutti i vari aspetti del progetto Apollo. Dalla sua genesi, al suo sviluppo ed alla sua conclusione.
Personalmente dopo tanti anni mi sono fatto una personale opinione e cioè che sulla Luna non ci siamo mai andati per tanti motivi.
Quelli più evidenti sono certamente le analisi delle foto, fatte anche da fotografi affermati, di professione e di fama mondale (Oliviero Toscani su tutti) che davanti ad alcune diapositive sono davvero inorriditi. Ombre divergenti, ombre assenti, ombre che arrivano all’orizzonte, illuminazioni irreali ed illogiche.
Tutte cose spiegabili solo in presenza di fonti di luce artificiali e appunto vicine. Come i fari enormi di un set tanto per intenderci.
Per non parlare della luminosità del suolo differente. Alcune zone più illuminate di altre (quindi un’illuminazione non costante ed omogenea) che si possono notare, aumentando il contrasto delle foto. Contrasto che appunto evidenzia l’uso (scenografico) dell’effetto hotspot.
Ma gli altri aspetti che non tutti conoscono e che mi fanno propendere per la colossale bufala sono in modo sintetico anche questi:
– fino a poco tempo prima del 1968 tutti i lanci del progetto Apollo erano stati dei chiari e tragici fallimenti
– la pericolosità delle fasce di Van Allen che fino al 1968 (anno prima della missione di Apollo 11) erano ancora un ostacolo insormontabile.
Zona appunto radioattiva che circonda la terra e che si possono superare solo con una schermatura particolare che fino appunto al 1968 non si conosceva. Poi magicamente il problema sparisce senza che nessuno ci abbia detto come si sia superato.
Problema che invece oggi si ripropone, basta ascoltare le dichiarazioni di pochi anni fa dell’astronauta italiana Cristoforetti.
– la sparizione dei progetti originali del LEM da parte della ditta costruttrice perché secondo la ditta, i progetti (di un qualcosa di storico, ricordiamolo bene!) occupavano troppo spazio (!). Peccato perché, inserendo i progetti, in un moderno computer, avremmo potuto appurare la veridicità dello sbarco ed il possibile buon fine dell’operazione. Anche perché in alcune foto, si vede il LEM, cioè il modulo che ha portato un uomo su altro pianeta, tenuto insieme con il nastro adesivo….
– la sparizione dei nastri (altra cosa assurda ed incomprensibile) delle passeggiate degli astronauti. Secondo la NASA, i nastri si sono persi. Cioè si perdono perché non conservati in modo adeguato, uno dei documenti più importanti della più grande impresa umana…
– l’anomali delle comunicazioni. La distanza della Terra con la Luna è di 400.000 chilometri e quindi un segnale radio per arrivare sulla Luna impiega poco più di un secondo e mezzo. Ed altrettanto per tornare indietro.
Quindi una domanda fatta da Houston e la relativa risposta degli astronauti avrebbe dovuto impiegare almeno poco più di 3 secondi per giungere sulla Terra. Invece, alcuni intervalli di tempo tra domanda e risposta sono anche inferiori al secondo(!). Come se i due capi della comunicazione fossero a poche centinaia di metri…
– la videocamera posta sopra i lunar rover, per trasmettere le immagini sulla Terra, avevano un angolo di incidenza ristretto per centrare la trasmissione. Un minimo spostamento, avrebbe fatto interrompere le trasmissioni perché appunto l’angolo di incidenza si sarebbe spostato. Ed invece si vedono chiaramente molte immagini della telecamera mondata sulla jeep lunare, mandate quando la jeep in movimento
– la polvere lunare, non dovrebbe attaccarsi addosso alle tute degli astronauti o alle loro apparecchiature, poiché, non essendoci atmosfera sulla Luna, manca anche l’umidità. Umidità che appunto fa sì che un qualcosa come la polvere si appicchi addosso. Ed invece in molte foto e filmati, si vedono le macchine fotografiche, le jeep lunari e gli stessi astronauti, coperti di polvere
– il “comportamento” delle bandiere che si muovono da sole….
– l’assenza sulle pellicole dei segni, per meglio dire dei danni che le radiazioni dello spazio lasciano su una macchina fotografica esposta per ore ai raggi cosmici.
Detto ciò, continuate a credere a quello che volete e magari a reputare normale le facce e le espressioni dei tre astronauti della prima missione Apollo quando affrontarono la prima conferenza stampa dopo il ritorno, oppure il fatto che dopo la missione diedero le dimissioni dalla NASA e iniziarono a condurre una vita anonima e lontana dai riflettori.
O sul fatto che rifiutarono di giurare sulla Bibbia che erano stati sulla Luna.
Ripeto, continuate a credere a quello che volete. Si sa che in fondo l’essere umano preferisce più credere ad una bugia rassicurante che ad una verità destabilizzante.
In fondo Matrix e Capricorn One sono solo dei film. Forse….
Ottavio Chiodo – Team Mistery Hunters