Il tempo è galantuomo si diceva una volta, rimette a posto tutte le cose, a volte senza dover fare nulla.
I Giganti di Campana sono l’esempio concreto di questa affermazione.
Sono 12 anni che come Mistery Hunters, seguiamo gli eventi e le novità su questo luogo magico.
Ed insieme a colui che le ha riportate alla luce, l’Arch. Domenico Canino, che le studia da oltre vent’anni, abbiamo sempre cercato, anche osando, di dare il giusto valore a quello che sono queste magnifiche statue.
Perché è importante la giornata del 22/06/2024?
Una scoperta che, se come pare, confermata, potrebbe avere risvolti quanto meno rivoluzionari e potrebbe davvero riscrivere la storia non solo della Calabria.
Noi come Mistery Hunters insieme all’Arch. Domenico Canino, all’Ing. Nilo Domanico e del gruppo archeologico Sibaritide e Sila Greca, alla ricercatrice del CNR Ilaria Cristofaro, abbiamo assistito ad una nuova importante scoperta.
Dopo tanti anni si è riusciti a coinvolgere più esperti e si è finalmente provato a mettere insieme i pezzi di un puzzle, certamente ancora incompleto, ma sicuramente più ricco e dettagliato rispetto l’inizio della sua storia.
Questa data è e sarà un punto di partenza per nuove indagini e crediamo possa definitivamente allontanare alcune falsità fin qui riportate.
- La riscoperta dell’Arch. Canino nel 2003 è stata subito osteggiata, dapprima considerando le pietre non di origine antropica ma scolpite dal vento.
- In seguito si puntò tutto sul fatto che in Calabria non vi era mai stata presenza documentata di elefanti.
- L’Arch. Canino è stato addirittura additato di aver scolpito personalmente l’occhio per rendere più zoomorfa la roccia. A tal proposito Canino ha recuperato una foto degli anni 60′, quando ancora non era nato, dove la statua è perfettamente uguale ed è facile verificare la presenza dell’occhio già allora. A meno che non si tratti di Marty McFly, del film Ritorno al Futuro, quest’accusa è stata davvero fuori luogo.
- Successivamente si pensò si trattasse degli elefanti di Pirro o Annibale.
Questo quello che sin dal 2012 sapevamo e che a modo nostro abbiamo cercato di raccontare e di smontare. Certo senza prove concrete rimane sempre tutto aleatorio, ma come dicevo il tempo è galantuomo per cui:
- È bastato fare ricerche sull’Elephans Anticuus per verificare la presenza di stondatura, levigatura e lavorazione della pietra, la simmetria e la lavorazione a 360°, mentre sulla seconda statua è evidente come la parte frontale sia palesemente lavorata.
- Per ciò che concerne invece eventuali raffigurazioni di elefanti di Pirro o Annibale, è l’anatomia a venirci in soccorso:
le dimensioni, il doppio di un normale elefante, le zanne dritte invece che ricurve e la cresta sul cranio tipica proprio degli Elephans Anticuus, sono differenti dai normali elefanti. - La scoperta archeologica del lago Cecita nel 2017, dove sono stati rinvenuti, grazie alla siccità, i resti di un Elephans Anticuus completo, non solo conferma la presenza di elefanti in Calabria, ma addirittura ci ha consegnato il gemello fossile dell’Elefante di Campana, identico per dimensioni e caratteristiche, in pratica un tassello importante nella storia.
Questo fino ad oggi.
È invece del Dicembre 2023 un nuovo pezzo del mosaico, quando appunto l’Ing. Nilo Domanico con il suo team, hanno calcolato al solstizio di inverno che la linea solstiziale passa esattamente tra le due statue, verificato con uno gnomone e dei software adatti a queste ricerche.
Il secondo pezzo del puzzle di questa scoperta è stato verificato proprio il 22 Giugno 2024, le analisi infatti già effettuate a Dicembre sono state riconfermate nel Solstizio estivo, grazie anche ai calcoli effettuati sulla collina vicina a 550Mt, dove la presenza di un Menhir cavo, purtroppo caduto, ha consentito di verificare ciò che avevano calcolato già su carta.
Il tempo è ciò che stiamo cercando di carpire e rivelare. Il tempo, principale protagonista della storia, sta mettendo i pezzi al proprio posto e sta unendo in una linea immaginaria diversi punti fin qui incomprensibili.
Quali sono pertanto le prospettive future?
Nulla di definitivo si può dire, ma a questo punto è impossibile escludere l’opera antropica, resta da capire se per un culto, per un posizionamento astronomico o altro. Fatto sta che sicuramente il posto aveva una sua importanza e rilevanza.
Vi è anche qualcosa di curioso: il fotografo Domenico Chiarello ha rinvenuto sul ginocchio della seconda statua una svastica scolpita che potrebbe riferirsi al culto solare o al percorso durante l’anno della costellazione dell’Orsa maggiore, facilmente visibile dal luogo. Ma abbiamo imparato a non fare voli pindarici e, attenendoci a ciò che gli esperti ci hanno raccontato, i prossimi passi dovrebbero essere:
- Recuperare e datare i resti dell’elefante di Cecita abbandonato in scatoloni che farebbero da soli mercato turistico.
- Recuperare e catalogare i resti delle statue caduti a causa di diversi terremoti, e che sono alcuni visibili ad occhio nudo nella vallata sottostante.
- Aprire uno scavo serio e fatto ad hoc per riuscire a datare le statue.
Credete davvero che delle statue megalitiche così grandi con rilevanza astronomica potessero essere posizionate lì e che intorno non vi sia nulla? È esistita una civiltà in grado di realizzare ciò e se dobbiamo datarla basti pensare che l’Elephans Anticuus è scomparso tra i 10000 e 12000 anni fa. Per cui, chi avrebbe potuto scolpire con dettagli minuziosi un elefante scomparso millenni prima se non qualcuno che ne aveva contezza?
In futuro le domande che vorremmo sentire dagli esperti sono :
“Quale civiltà ha potuto realizzarlo e quando?”
“Cosa rappresentava la seconda statua?”
“Ci sono correlazioni astronomiche con la posizione delle statue?”
Perché risentire le solite domande sarebbe oltremodo comico.
Per cui come mi piace spesso ribadire, il nostro dovere nei confronti della storia è quello di riscriverla.
Giuseppe Oliva – team Mistery Hunters