Il black noise è il nome dato a ciò che sembra un paradosso acustico: un suono che non si sente, un’assenza che vibra. È la controparte oscura del white noise — il rumore bianco — che contiene tutte le frequenze udibili distribuite in modo uniforme. Se il bianco è la luce sonora totale, il nero è il suo opposto: l’ombra, la quasi totale assenza di frequenze percepibili, o, in alcune teorie, la presenza di infrasuoni, onde inferiori ai 20 Hz, troppo lente per l’orecchio umano ma non per il corpo.
Fisicamente, il black noise viene descritto come rumore con intensità prossima allo zero: il silenzio “vibrante” che precede il suono. Un’energia sotterranea, difficilmente rilevabile ma non priva d’effetto. In questa regione di quasi silenzio, l’aria trema piano, e la materia sembra respirare.
Bowie, Burroughs e la “bomba sonora”
Negli anni Settanta, in un’intervista ormai entrata nella leggenda, David Bowie — durante un dialogo con William S. Burroughs — parlò di un concetto inquietante:
“Il black noise è la frequenza con cui si può spaccare una città o spezzare delle persone. È una nuova bomba controllata. Una bomba di rumore.”
Bowie, all’apice della sua fase “occulta” e ossessionato da Burroughs, da Crowley e dalla magia del linguaggio, aveva intuito una verità artistica e simbolica: il suono come arma, o come atto di potere invisibile.
Quella frase – riportata in riviste come Rolling Stone e Far Out Magazine – non è mai stata documentata con trascrizioni scientifiche o tecniche. Ma è bastata a creare un mito: l’idea che esistano frequenze segrete, capaci di alterare mente e corpo, usate forse da apparati militari, forse da “forze” meno identificabili.
Approfondimento scientifico: il lato misurabile dell’invisibile
Per capire cosa si cela dietro questo mito, dobbiamo scendere nel regno delle frequenze basse.
Gli infrasuoni (0,001–20 Hz) sono onde sonore che possono viaggiare per chilometri senza essere udite. La scienza li studia da decenni, non come strumenti occulti, ma come fenomeni naturali: terremoti, tempeste, vulcani e perfino il vento generano onde infrasoniche.
Gli esperimenti del fisico britannico Vic Tandy, negli anni ’90, dimostrarono che un’infrasuono di 19 Hz — prodotto da una ventola difettosa — poteva causare ansia, senso di presenza, visioni periferiche e brividi. L’occhio umano ha una frequenza di risonanza intorno ai 19 Hz: vibra appena, deformando la percezione visiva. Il risultato? Una stanza infestata da fantasmi che erano, in realtà, onde d’aria.
Altri studi (es. Leventhall, 2003) hanno evidenziato che esposizioni prolungate a basse frequenze possono produrre malessere, irritabilità, disorientamento o vertigini, ma solo a livelli di pressione sonora molto alti, difficili da raggiungere senza strumenti dedicati.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo rapporto Community Noise Guidelines, cita gli infrasoni come un ambito da monitorare, ma non conferma effetti devastanti o letali: più che una “bomba”, sembrano un fastidio o, in casi estremi, una minaccia localizzata.
Eppure, la frontiera militare non è rimasta sorda: esistono armi acustiche reali, come i LRAD (Long Range Acoustic Device), che proiettano fasci sonori ad alta intensità (120–150 dB) per disperdere folle o difendere navi da pirati. Non sono infrasonici — anzi, sono fin troppo udibili — ma incarnano il principio evocato da Bowie: il suono come controllo del comportamento.

Approfondimento tecnico: il corpo come strumento di risonanza
Ogni parte del corpo ha una frequenza propria di risonanza:
- Cranio: ~20–30 Hz
- Occhi: ~19 Hz
- Torace: ~60–80 Hz
- Addome: ~4–8 Hz
Quando un’infrasuono coincide con queste frequenze, può amplificare la vibrazione interna, generando disagio o distorsione percettiva. Non è fantascienza, ma fisica meccanica: la materia vibra, e noi siamo materia viva.
A livello neurofisiologico, alcune ipotesi collegano le vibrazioni basse all’attivazione del sistema limbico e all’aumento di adrenalina. Per questo, certi suoni profondi — come il ronzio di una centrale o il battito dei tamburi sciamanici — possono evocare trance, paura o espansione di coscienza. La differenza tra arma e rituale sta solo nell’intenzione e nel contesto.
Interpretazione esoterica: la vibrazione del silenzio
Nel pensiero esoterico, il black noise è il silenzio primordiale: l’Uovo sonoro del cosmo.

Nella fisica del suono, il silenzio assoluto non esiste — anche nel vuoto vibra la radiazione di fondo. Così, il black noise diventa simbolo del punto zero della creazione, lo stato da cui si origina ogni frequenza.
La Cabala parlerebbe di Ain Soph Aur — la Luce Nera che precede la manifestazione. I taoisti, di Wu Chi, il vuoto che genera lo Yin e lo Yang. Gli scienziati, di “fluttuazione quantistica del vuoto”.
In tutti i casi, è la stessa idea: il silenzio non è assenza, ma potenziale infinito.
Bowie, nei suoi periodi di immersione mistica e alienazione sonora, lo percepì intuitivamente. Il black noise non era solo minaccia, ma anche nascita. Una “bomba” che distrugge la forma per rivelare l’essenza.
Complotto o archetipo?
Le teorie del complotto sul black noise come arma mentale o strumento di manipolazione globale restano senza fondamento empirico. Tuttavia, come spesso accade, la forza del mito supera i dati: il solo pensiero che una frequenza invisibile possa controllarci risuona nel nostro inconscio.
È la paura ancestrale del suono non udibile, del messaggio subliminale, del potere occulto. Ma anche la nostalgia di un ordine vibrazionale perduto, un’armonia infranta.
Forse il black noise è proprio questo: la memoria della vibrazione che ci unisce, e che oggi, nel frastuono delle città e delle menti, abbiamo dimenticato di ascoltare.
Bibliografia commentata
- Leventhall, G. (2003). A Review of Published Research on Low Frequency Noise and its Effects.
Testo cardine sugli effetti fisiologici e psicologici delle basse frequenze. Conclude che il disturbo è reale ma dipendente da intensità e sensibilità individuale. - Vic Tandy (1998). Ghost in the Machine. Journal of the Society for Psychical Research.
Descrive l’esperimento del “fantasma a 19 Hz”: uno dei primi studi che collegano infrasuoni e percezioni paranormali. - World Health Organization (2018). Environmental Noise Guidelines for the European Region.
Riferimento ufficiale sulle soglie di esposizione. Nessuna conferma di “armi infrasoniche”, ma raccomandazioni su disturbi da vibrazioni.
- Far Out Magazine (2020). Bowie, Burroughs and the Black Noise Bomb.
Fonte narrativa sull’incontro tra Bowie e Burroughs e la nascita del mito del black noise. - Goodman, S. (2010). Sonic Warfare: Sound, Affect, and the Ecology of Fear. MIT Press.
Studio fondamentale sulla relazione tra suono, emozione e potere. L’autore introduce il concetto di “guerra sonora” come controllo percettivo.
Conclusione
Il black noise non è un’arma, né un semplice silenzio: è una metafora vibrante.
Dal punto di vista scientifico, è una regione liminale del suono, capace di disturbare o affascinare.
Dal punto di vista esoterico, è il ventre cosmico da cui nasce la creazione, la frequenza zero che azzera e rinnova.
E nell’immaginario di Bowie, è entrambe le cose: minaccia e rivelazione, caos e nascita, rumore che distrugge e silenzio che crea.
Giuseppe Oliva Team – Mistery HUnyters




















