Nel 2012 su questo blog scrissi un articolo dal titolo esistono ancora i goonies?
https://misteryhunters.wordpress.com/2012/09/20/esistono-ancora-i-goonies/
Voleva essere una sorta di grido di allarme un costatazione del cambio mentale e comportamentale delle nuove generazioni. Dopo 7 anni quella fiammella che sembrava essersi spenta si è riaccesa. Chi sono i Stranger Kids?
L’input?
Ovviamente parlo della serie TV Stranger Things.
Ideata da Matt e Ross Duffer e prodotta da Camp Hero Productions e 21 Laps Entertainment per la piattaforma di streaming Netflix.
Ambientata negli anni ottanta nella città fittizia di Hawkins, nell’Indiana, è incentrata sugli eventi legati alla misteriosa sparizione di un bambino e all’apparizione di una bambina dai capelli rasati dotata di poteri psichici fuggita da un laboratorio segreto, l’Hawkins National Laboratory.
La prima stagione è stata pubblicata su Netflix il 15 luglio 2016, la seconda il 27 ottobre 2017 e la terza il 4 luglio 2019. La serie è stata accolta positivamente dalla critica, che ha lodato la caratterizzazione dei personaggi, il cast e l’atmosfera che omaggia il cinema di fantascienza degli anni ottanta.
Come Mistery Hunters non ci occupiamo spesso di cinema o serie TV, ma questa volta ci sentiamo chiamati in causa perché questo “fenomeno” non è un semplice telefilm per ragazzi è e può essere molto di più.
Il punto di partenza della storia tratta del progetto MK Ultra il progetto di controllo mentale della CIA.
Mkultra nasce nel 1953 dall’evoluzione di programmi preesistenti come il progetto Chatter e il progetto Bluebird (poi ribattezzato Artichoke), che da alcuni anni studiavano applicazioni militari di sostanze chimiche e altri trattamenti in grado di alterare gli stati mentali.
La Cia sperava davvero di poter sviluppare il Sacro Graal del lavaggio del cervello e dell’assassino politico programmato, nel complesso il programma cercava di trasformare le droghe, la psicologia, e la psichiatria e le scienze sociali in armi al servizio delle spie.
Come potevano essere estratte le informazioni da un individuo?
E come, invece, potevano essere cancellate?
Quali sostanze potevano permettere a un prigioniero di resistere alla tortura?
Era a questo tipo di domande che Mkultra, sotto la guida del chimico Sidney Gottlieb del Technical Service Staff della Cia, avrebbe dovuto trovare una risposta.
Per oltre un decennio Mkultra condusse ogni tipo di esperimenti sul comportamento umano: in alcuni di questi le cavie conoscevano quello a cui stavano andando incontro, in altri assolutamente no.
A San Francisco la Cia per anni si servì di prostitute per drogare segretamente i loro clienti: come potevano essere usate droghe e sesso per gli scopi dell’intelligence?
Gli agenti osservavano gli effetti di Lsd e altre sostanze attraverso uno specchio a due vie installato nelle case sicure teatro dell’operazione clandestina, diventata nota come Operazione Midnight Climax.
I tecnici di Mkultra somministrarono Lsd anche a ignari avventori di bar, ristoranti e spiagge: bastava offrire un drink o una sigaretta.
Peccato che poi questi tecnici, non adeguatamente addestrati, finivano per perdere le tracce del loro soggetto sperimentale tra la folla…
Attraverso fondazioni create ad hoc come la Society for the Investigation of Human Ecology, l’agenzia cominciò segretamente a finanziare università, ospedali e case farmaceutiche.
Le ricerche di centinaia di scienziati, ignari della provenienza dei finanziamenti, erano in questo modo portate avanti e seguite dalla Cia, nella speranza che fosse possibile sfruttarle nello spionaggio.
Mkultra divenne di dominio pubblico nel 1975 grazie alla Commissione Church del Senato sulle operazioni illegali condotte da Cia, Nsa e Fbi negli Stati Uniti, ma due anni prima il direttore della Cia Richard Helms aveva ordinato la distruzione dei documenti relativi.
Tutto quello che sappiamo ora sul programma deriva dai documenti sopravvissuti ottenuti grazie al Freedom of Information Act.
Questo è l’aspetto più realistico della storia che ovviamente ha poi dei risvolti fantascientifici e più fantasiosi, il tutto ambientato in un mondo, dove un bosco, una bicicletta, una torcia e quattro amici erano in grado di costruire mondi fantastici.
Dove esisteva ancora l’immaginazione. Direte voi esiste anche oggi.
Certo, ma ha assunto delle caratteristiche diverse sociologicamente parlando negli ultimi 25/30 anni l’approccio alla vita dei bambini e degli adolescenti e drasticamente cambiato.
Lungi da me voler giudicare cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Semplicemente l’evoluzione tecnologica ci ha spinti verso nuove forme di comunicazione, e di relazioni sociali.
Diverse da quelle passate, ma è chiaro che se da un lato ha ottimizzato e adeguato l’inserimento dei ragazzi in un mondo sempre più cinico e veloce, dove bisogna essere pronti alla mischia, dall’altro ci ha isolati e resi meno collaborativi.
Questo sta inevitabilmente inaridendo la capacità di sviluppare idee originali volte al progresso. La facoltà di immaginare è il motore del progresso Ci sarebbero migliaia di esempi da poter fare tra ieri e oggi, ne faremo solo alcuni giusto per rendere l’idea.
Se prima il gioco dei bambini era costantemente di gruppo, con mezzi di fortuna, la comunicazione era reale, un telefono il citofono, le urla. Adesso la comunicazione è sempre più rapida e semplice, basta un telefono, ma a che prezzo?
Credo che la scena a cui ho assistito giorni fa, e non credo di essere l’unico, di un gruppo di ragazzi su una panchina esattamente come 30 anni fa, ma che a differenza di allora non si parlavano, non si guardavano ognuno nella sua bolla, il cellulare.
L’evoluzione umana è stata costante ed esponenziale anche e soprattutto perché la capacità di immaginare di fantasticare.
L’immaginazione può essere più importante della conoscenza, ed in carenza della seconda può essere un utile salvagente.
Quindi se un tempo un ombra sul muro poteva essere un fantasma, foglie mosse da un cane potevano essere un licantropo, dal quale fuggire o inseguire, se trovare un cunicolo dava vita ad una avventura fantastica, ora non c’è bisogno di utilizzarla perché i mezzi tecnologici ci consentono di sapere già la risposta.
Credo sia più utile per un neonato giocare con un cucchiaio ed immaginare che possa essere un pettine che far vedere un animaletto su un tablet che si pettina.
La capacità di fantasticare e di farlo in comitiva, ha formato una società in grado di accordarsi e di accomunarsi in base a determinate caratteristiche, le famose compagnie, ognuna con delle caratteristiche.
Quelli sportivi, quelli spericolati, quelli amanti del mistero, quelli sfigati.
Ora esistono ancora probabilmente queste stesse figure, ma sono sempre più rare e soprattutto sono isole in mari diversi. Sarà un mio pensiero forse complottistico, ma non è un bene per chi “comanda” ritrovarsi masse di persone incapaci di comunicare tra loro e ignare di non essere sole.
Dunque è l’ immaginazione che ci permette di progettare, di indirizzare gli sforzi verso un obiettivo comune. Un mondo senza immaginazione è un mondo desolato, subìto, indesiderabile.
Tornando ai moderni Goonies i ragazzi di Strange Things, c’è un motivo per cui ritengo siano un bene per le future generazioni.
La voglia di conoscenza, sul campo e non su google, la capacità di sfruttare le doti del gruppo, anche se formato da perdenti patentati, ma con ognuno una capacità che unita alle altre è in grado di atti di coraggio e di creatività incredibili, può e deve essere da esempio per il futuro.
Accettare tutto ciò che ci viene propinato da TV e giornali, la spazzatura che gira sul web, e l’isolamento fisico e psichico dagli altri, ci trascinerà in un baratro senza fondo e ci renderà inermi alle manipolazioni.
Una società invece, unita, creativa e pronta a fare squadra contro eventuali nemici comuni farà paura. Per cui, mio pensiero personale, che ben vengano sfigati in cerca di tesori o mostri, appassionati di mistero.
Perché dal gioco da bambini avremo adulti curiosi e non inermi a ciò che offre la società moderna, in grado di discernere da sé cosa sia giusto o cosa sia sbagliato, non perché è scritto su internet.
Lo studioso e scrittore Pietro Buffa, ci parla nel libro Resi Umani, di neotonia, quella caratteristica che ci ha contraddistinto da tutti gli altri esseri, e ci ha resi in grado di evolverci in maniera stupefacente.
Penso che la direzione intrapresa stia uccidendo questa caratteristica umana, fino a renderci sempre più simili tra noi e meno inclini all’apprendimento e alla sperimentazione continua, progettandoci come automi radiocomandati da un cellulare.
Le alternative sono due, una come in Brave New World di Huxley dove finiremo in categorie preimpostate a vivere una vita già delineata l’altra invece dove bisogna riprendersi il nostro “sottosopra”.Se per farlo bisognerà tornare indietro nel tempo lo faremo.
Giuseppe Oliva – team Mistery Hunters