La geometria sacra è un insieme di rapporti e formule che permettono all’uomo di rimanere in contatto con tutte le emanazioni energetiche che giungono costantemente dal cosmo. La geometria sacra è la struttura morfogenica che sta dietro la realtà stessa, è l’immagine della struttura del cosmo e può essere utilizzata come lettura simbolica rappresentativa dell’universo. E’ presente in ogni cosa e nell’armonia geometrica di ogni struttura si ritrova la proporzione evolutiva di ogni elemento dell’universo, di cui rappresenta la verità trascendentale. Con la geometria, l’architettura sacra esprime i concetti più complessi per trasmetterli. Molti scienziati sono convinti che la matematica sia il mezzo con cui spiegare la realtà, ma il vero salto sarà fatto quando sposteranno la loro attenzione sulla forma, unica generatrice delle leggi fisiche.
La geometria sacra a volte viene chiamata linguaggio della luce o linguaggio del silenzio, questo è molto significativo, in quanto è a tutti gli effetti un linguaggio, è l’idioma attraverso il quale viene creata ogni cosa. E’ recente la scoperta scientifica, che ha dimostrato che il nostro cervello trasforma tutte le informazioni in entrata in immagini, prima di trasformarle in pensieri, parole e concetti e lo stesso avviene in uscita. E’ pertanto dimostrato che il cervello umano funziona per archetipi. Gli archetipi e le icone della geometria sono realtà assolutamente perfette, immutabili, senza tempo e scaturite direttamente dalla “Mente di Dio”. Un’immagine, quasi sempre geometrica, nasconde un significato a volte anche molto complesso.
Nel simbolo sono spesso racchiusi diversi concetti contemporaneamente, può considerarsi praticamente un codice contenente una mola enorme di informazioni che si trasferiscono nel cervello in maniera subliminale. L’universo è vibrazione, e i principi della Geometria Sacra sono direttamente corrispondenti a tutti i fenomeni di forma d’onda. Tutte le vibrazioni. La Scienza è d’accordo, l’Universo è vibrazione, e la geometria è vibrazione manifesta a livello visivo sul piano del tempo e dello spazio. La Geometria Sacra è l’architettura dell’universo.
Dall’ archetipo più semplice rappresentato dal punto, l’idea più semplice possibile, l’unità, la prima dimensione, l’onnipresente-onnipotente centro, la radice di tutto il pensiero olistico “IL TUTTO È UNO”,
si passa all’universo bi-dimensionale con la divisione del punto singolo in due punti, la dualità, formando la prima relazione architettonica dell’Universo e allo stesso tempo creando la prima unità di misura astratta: lo spazio. Improvvisamente, il punto A è qui e il punto B è lì.
Le potentissima energia contenuta nella prima relazione bi-dimensionale dell’universo (I Due Punti) si manifesta come un moto duale: il moto diritto (dal punto A al punto B) e il moto circolare (il punto B intorno al punto A). Questo movimento duale è chiamato Il Raggio/Arco. E’ il moto radice, il Big Bang concettuale. Tutte le varie energie dell’universo sono ricondotte al gioco tra il Raggio e l’Arco. Il Raggio/Arco è lo Yin e Yang, Luce e Ombra,Sinistra e Destra, Su e Giu, Madre e Padre… e così via. Tutte le manifestazioni di dualità vengono ricondotte al Raggio/Arco.
Il rapporto senza tempo, sempre tenuto all’interno del Raggio/Arco, espresso scientificamente come Pi-greco (è un numero trascendente o cosiddetto irrazionale avente un valore di 3.14159265. Ai fini pratici, il valore è approssimato a 3,1416), è la formula matematica principale e si sviluppa visivamente per diventare la prima forma chiusa della Geometria Sacra, il Cerchio. Il Cerchio è l’unione e unità, è la manifestazione bi-dimensionale del Singolo Punto. Esso è anche l’essenza del Mandala, poichè contiene TUTTO in sé.
La prima forma (Il Cerchio) viene creata ruotando il punto B attorno al punto A. Ma I Due Punti sono gemelli perfetti con eguale potenziale, e il punto A può anch’esso ruotare attorno al punto B usando il medesimo raggio. Questa naturale polarità, questo scambio di ruoli, produce un altro cerchio che interseca quello precedente creando la prima forma sovrapposta della Geometria Sacra, chiamata “I Due Cerchi Di Raggio Comune”.
Questi due cerchi sovrapposti con un raggio comune, creano la seconda forma chiusa della Geometria Sacra. Gli antichi chiamavano questo archetipo la Vesica Piscis. Il nome latino, che letteralmente significa “vescica di pesce”, deriva dall’osservazione che la forma di questa figura ricorda quella della vescica natatoria dei pesci. OGNI forma dimensionale di questo cosmo evolve da questa struttura. Questa figura può essere considerata “il grembo materno dell’universo”, infatti da essa, a ingrandimento continuo, si formano le altre strutture.
Come prima figura si forma il petalo, creato ruotando i primi due punti (A & B) intorno ai nuovi punti di intersezione C & D (i primi figli dell’universo, i gemelli), formato da quattro cerchi di raggio comune e cinque Vesica Piscis, e che rappresenta l’essenza della famiglia rivelata nella Geometria Sacra: i genitori (cerchi 1 e 2) e i figli (cerchi 3 e 4), il cuore della famiglia. Chiamato la “forma-seme” dato che tutte le forme necessarie sono ora presenti.
Le altre figure sono create tracciando nuovi cerchi attorno ai nuovi punti E,F,G,H e poi così via, dando vita ad un’infinità di Punti, Cerchi, Vesica Piscis e Petali per formare quella che viene chiamato “Il Primo Motivo della Natura” o “Motivo della Creazione” di cui fanno parte il “Germe della vita”, il “Seme della vita”, il “Fiore della Vita” e inscritte in esso altre figure come l’”Albero della Vita” o il “Cubo di Metatron”. Esso è il motivo bi-dimensionale perennemente in espansione che, a livello concettuale, percorre l’intero universo. In altre parole la Matrix, la Griglia Sacra attraverso la quale la Vita si manifesta. Per comprendere ancora meglio il Primo Motivo della Natura è però necessario capire che nella realtà, questa griglia si sviluppa in tre dimensioni, e dove vediamo dei cerchi dovremmo invece immaginare delle sfere che si intersecano, non su un piano, ma in una rete infinita che si espande in tutte le direzioni.
Da uno dei suoi centri infiniti, il Primo Modello della Natura si divide naturalmente in dodici parti uguali. Questi 12 fette uguali sono di 30 gradi ciascuna e sono alla base dell’antico Sistema delle 12 Case Astrologiche. Questa divisione naturale è anche la responsabile per il nostro orologio di 12 ore e quindi del nostro metodo di divisione del tempo.
Ritornando alla “Struttura Madre”, cioè la Vesica Piscis o Mandorla Mistica, di per sé è un simbolo arcaico semplice ma dalla grande forza evocativa e simbolica che accompagna la spiritualità umana da millenni.
Questa figura ha differenti proprietà geometriche che l’hanno resa oggetto di numerose speculazioni filosofiche ed esoteriche nel corso dei secoli. Si può innanzitutto osservare che tracciando il tratto orizzontale mediano e unendo i suoi estremi con i due vertici, si vengono a formare al suo interno due triangoli equilateri uguali e contrapposti. In pratica, essi simbolicamente rappresentano il “Doppio Ternario”, attivo e passivo, maschile e femminile, che portati l’uno sull’altro formano un altro ben noto simbolo della Tradizione: l’Esagramma, o Stella di Davide.
La particolare costruzione della Vesica Piscis fa sì che il rapporto tra la sua altezza e la sua larghezza sia pari alla radice quadrata di 3, ovvero 1.7320508…, un numero irrazionale, illimitato ed aperiodico, un numero sacro ai pitagorici chiamato “la misura del pesce”. Già Archimede di Siracusa dimostrò, quando si occupò della misurazione del cerchio, che questo rapporto era compreso tra due ben determinati valori razionali. La divisione tra 265 e 153 è quella più bassa per arrivare a questo risultato.
Si può dimostrare che non esistono altre frazioni ottenibili con numeri minori di questi che diano un’approssimazione migliore per questo valore. Ebbene, il più piccolo di questi numeri, il 153, viene citato da Giovanni nel suo Vangelo (21:11) come numero di pesci miracolosamente catturati nella rete a seguito di un miracolo operato da Gesù dopo la sua resurrezione.
Molti studi e speculazioni sono stati fatti su questo numero e sui suoi significati esoterici, e sul perché sia stato citato nel passo del Vangelo. Tutti sono concordi, infatti, che nel contesto del racconto del miracolo citare il numero esatto di pesci catturati non ha senso (coincidenza o riferimento esoterico al credo pitagorico?). Giovanni, tuttavia, non sta redigendo un libro contabile, ma sta scrivendo un Vangelo, ossia un libro di fede e di insegnamenti mistici.
Sant’Agostino spiega che Dio aveva fatto all’umanità due grandi doni: il Decalogo, ossia un gruppo di 10 comandamenti, e i doni dello Spirito Santo, che sono 7. Questi due valori combinati insieme danno il numero 17. Ora, è noto che 153 è un multiplo di 17 tramite il fattore 9 (153 = 9 x 17), ma è anche la somma dei primi 17 numeri, ossia:
153 = 1 + 2 + 3 + 4 + … + 16 + 17
Questo numero è uno di quelli che in matematica vengono definiti “numeri triangolari”. Ma il numero 153 ha molte altre proprietà matematiche. Ad esempio è la somma dei primi cinque fattoriali:
153 = 1! + 2! + 3! + 4! + 5! = 1 + 2 + 6 + 24 + 120
Il 153 è anche un numero “narcisistico”, cioè uno di quegli strani numeri che si possono ottenere da particolari combinazioni delle loro cifre componenti. In particolare, il numero 153 può essere ottenuto sommando i cubi delle sue cifre componenti:
153 = 1³ + 5³ + 3³ = 1 + 125 + 27
Secondo l’esoterista indiano Drunvalo Melkisedek (nel suo libro “The Ancient Secret of The Flower of Life”) la proporzione della Vesica Piscis indicherebbe la frequenza dello spettro elettromagnetico della luce. La stessa Luce del primo verso della Bibbia, quella stessa di cui Iside si fa portatrice in alcune opere dell’antichità, come il Faro di Alessandria (luce della conoscenza e della consapevolezza). Si tratta di un concetto comune anche ai pitagorici e raffigurato in diverse opere, come la statua della Legge Nuova sul Duomo di Milano e la Statua della Libertà di New York.
Inoltre considerandone l’impiego misterico e l’utilizzo dei suoi rapporti geometrici nei progetti di alcune notissime opere architettoniche, si giunge ad intuire l’importanza del tutto particolare del soggetto che stiamo trattando. Tutte le costruzioni, qualunque esse fossero, tenevano conto della geometria sacra diventando casse di risonanza delle vibrazioni della terra. Dall’anno Mille in poi, sull’onda dei grandi pellegrinaggi, si cominciarono a costruire chiese studiate e calcolate in funzione di parametri sacri della geometria che condussero gli uomini, dal periodo oscurantista che aveva appena attraversato, a un momento di grande spiritualità.
Le armonie che derivavano dalla musica erano ritenute l’espressione terrena dell’Armonia divina che Dio aveva emesso nell’atto della creazione e, secondo le leggi di questa armonia, il tempio veniva interpretato simbolicamente come corpo dell’uomo e corpo dell’universo. Per questo la musica usata nelle cattedrali risuonava a tal punto (come quella Gregoriana) che tutta la costruzione portava l’uomo a elevare il proprio stato di coscienza. Unendo la perfezione delle forme geometriche con la scelta oculata del posizionamento sul terreno, con l’orientamento in funzione delle stelle o dei momenti cosmici, con l’attuazione delle regole della geometria sacra, con le proporzioni e con il simbolismo, i costruttori di tutti i tempi tentarono di riunire l’uomo a dio. In architettura, ed in particolare in quella gotica, la forma della “vesica piscis” viene usata come sistema geometrico per il proporzionamento. Questo sistema è stato descritto nel “Vitruvius” di Cesare Cesariano (1521), con il nome di “regola degli architetti germanici”.
Questo simbolo si rinviene in moltissimi contesti: su megaliti e grotte preistoriche, fu conosciuto nelle prime civilizzazioni della Mesopotamia, in Egitto, in Cina, in India, tra i popoli celti ed in Africa; per gli Ebrei era il simbolo della Creazione dell’Universo, per i Cristiani era il simbolo del pesce, l’Ichthys, acronimo di Iesus Christos Theus Soter, cioè Gesù Cristo figlio di Dio e nella successiva elaborazione dell’iconografia cristiana, la Vesica Piscis viene associata alla figura del Cristo o della Madonna in Maestà e rappresentata in molti codici miniati, sculture e affreschi del Medioevo. Nel Talmud il Messia viene chiamato Dag che vuol dire appunto pesce.
Questo simbolo, legato alla Dea Madre, secondo René Guénon nel suo libro “Simboli della scienza sacra”, ha una radice Iperborea infatti lui afferma che: “la presenza della Vesica Piscis è stata segnalata nella Germania settentrionale e in Scandinavia e in tali regioni essa è verosimilmente più vicina al suo punto di partenza che non nell’Asia centrale, ove fu senza dubbio portata dalla grande corrente che, derivata direttamente dalla Tradizione primordiale, doveva poi dar origine alle dottrine dell’India e della Persia”.
Si tratta della vulva della Madre Terra: la mandorla infatti è un chiarissimo richiamo al Femminino Sacro e alle proporzioni della Geometria Sacra di unione degli opposti, analogamente al concetto di Yin e Yang. Le polarità intersecantisi generano il divino figlio della Madre Terra, ossia l’Uomo: un essere superiore in grado di sviluppare dentro di sé l’illuminazione spirituale.
Ora, essendo essa una figura geometrica formata da sole due linee curve, e dunque un disegno di massima semplicità ed essenzialità, ha fornito nel corso degli anni la base e la struttura di moltissime creazioni artistiche per le civiltà del mondo intero, e non solo: costituisce uno di quei tracciati di base su cui si fondano le complesse architetture realizzate dall’uomo, ma anche dell’universo e l’anatomia degli esseri viventi. Nel corpo umano, gli occhi, la bocca, e quasi tutti gli orifizi attraverso i quali l’interno dell’organismo comunica con l’esterno, sono strutturati geometricamente sulla base della Vescica Piscis.
Ma perché questa apparentemente semplice figura geometrica ha avuto una così grande importanza nella raffigurazione dell’intelaiatura dell’Universo e dell’iconografia religiosa ed esoterica? La risposta è insita proprio nella sua origine geometrica: essa segna e rappresenta visivamente l’incontro e la compenetrazione di due mondi o dimensioni dell’essere. Essa è il nucleo unitario preesistente alla separazione degli opposti, o la loro riunificazione. Rappresenta perciò una sintesi, e l’abbandono o il superamento di ogni dualismo. Così se abbinata al Cristo o ad altre figure messianiche dei culti religiosi fondati sul mistero, la Mandorla Mistica ne svela la duplice natura (divina e umana) riunita.
Se associata alla vulva ne rappresenta la funzione di ponte fra il celato e il manifesto, fra ciò che ancora deve nascere e quel che è già venuto alla luce. La Mandorla Mistica è anche simbolo delle fasi dinamiche che intercorrono fra l’inizio e la conclusione di un’eclissi solare, matrimonio per eccellenza delle sfere celesti, nel quale l’unificazione degli opposti risulta esemplificata, almeno visivamente, al suo massimo grado. È quindi metafora dell’opera, cosmica ma anche umana ed interiore, di creazione del paradosso costituito dall’unione di ciò che sembra inconciliabile: luce ed ombra, bene e male, maschile e femminile, alto e basso, spirito e materia, movimento e quiete.
Ma importantissimo è anche il significato della Vesica Piscis legato al culto della fertilità. Infatti l’ovale è un simbolo universale del Femminino Sacro, e la forma della vescica richiama anche quella della vulva femminile, il ‘passaggio della nascita’ e l’origine della vita. In Irlanda e in Inghilterra alcune figure di Sheela-Na-Gig, che possono essere viste in alcune chiese di origini molto antiche e che sono chiari simboli di fertilità, vengono rappresentate nude e con le gambe allargate, apertamente mostrando i loro genitali simbolicamente molto sproporzionati rispetto alla figura, come si nota ad esempio nella scultura trovata sulla chiesa di St. Mary e St. David a Kilpeck, nello Herefordshire, Regno Unito.
Non sfugge a questa simbologia nemmeno Maria Maddalena, vista come origine della Stirpe Reale, portando in grembo la discendenza avuta da Gesù, la stirpe merovingia e il santo Graal: se il Cristo-Pesce è simboleggiato dalla ‘vesica piscis’ in posizione orizzontale, la mandorla-grembo-vulva-coppa-Graal è la stessa ‘vesica’ in posizione verticale. Maddalena è iconograficamente identificabile da un vaso che reca in mano: il vaso, o coppa, o Santo Graal, è una metafora del grembo materno, ricettacolo della vita. Nella tradizione provenzale è Maria Maddalena che, fuggendo da Gerusalemme su di una barca dopo la crocifissione di Gesù, approda in Francia portando con sé il Santo Graal. La dinastia dei Merovingi, re e taumaturghi dotati di poteri di guarigione, è il frutto di questa discendenza divina: Meroveo, il capostipite, si dice sia nato metà uomo e metà pesce (il nome stesso significa, letteralmente, “uomo del mare”), come l’Oannes, figura mitologica dal torso umano e la coda di pesce.
Un notevole esemplare di vesica piscis è stato posto sul coperchio decorativo del pozzo del Graal a Glastonbury, all’interno del Giardino del Calice. Secondo la leggenda, Giuseppe di Arimatea, prozio di Gesù, avrebbe portato ad Avalon il Calice dell’Ultima Cena (il famoso Santo Graal), e lo avrebbe depositato sotto la collina sacra, da dove è scaturita la sorgente sanguinante, detta così per il colore rosso dato dalla presenza massiccia di ferro nell’acqua. Quindi, secondo la tradizione, il Calice è il recipiente che contiene l’essenza consacrata e Chalice Well e i suoi giardini sono essi stessi un recipiente per l’elisir vivificante della terra madre, Gaia, sotto forma delle acque che sgorgano qui. . Il coperchio è quindi il simbolo del passaggio nell’Altromondo, di protezione, di guarigione sacra, di conoscenza dei misteri della salute.
Numerose teorie sulla storicità di Gesù affermano che la cristianità ha adottato certe credenze e pratiche come sincretismo di religioni misteriche come il Mitraismo, dalle quali avrebbe ereditato l’Ichthys. A sostegno di queste teorie è il fatto che sia il simbolo che la denominazione non sono una invenzione cristiana. Ichthys era, infatti il figlio della antica dea babilonese del mare, Atargatis ed era noto in vari sistemi mitici come Tirgata, Aphrodite, Pelagia o Delfina. La parola significava anche ventre e delfino in alcune lingue, e rappresentazioni di questo apparivano nella raffigurazione delle sirene. Il pesce si ritrorva poi in altre storie, fra le quali quella della dea di Efeso (che porta un amuleto a forma di pesce nella regione dei genitali), la Dea Madre cinese Kwan-Yin è una dea-pesce, e così anche la dea Afrodite che, dice la leggenda, nacque dalla spuma del mare. La dea indiana Kali, dopo aver inghiottito il pene di Shiva, diventa Minaksi, la “dea dagli occhi di pesce”, in analogia alla dea egizia Iside, che dopo aver divorato il pene di Osiride diventa Abtu, il Grande Pesce degli Abissi.
La mandorla, come frutto o come seme, è da sempre un simbolo di fertilità, e come tale è stato associato, per esempio, alla dea frigia Cibele. Anche la ninfa greca Phyllis è stata trasformata dagli dei in un albero di mandorle. A Delfi, dove c’era l’oracolo di Apollo, la Pitonessa (o Pizia) profetizzava vaticini a chi lo consultava, ed il luogo era marcato da un omphalos di forma ovoidale. Inoltre nell’antica Grecia, “pesce” e “grembo materno” si esprimeva con la stessa parola: delphos.
Troviamo la Vesica Piscis nei pressi dell’Antro della Sibilla di Cuma dove è chiaramente connessa con la Luna e la fertilità. Le ventotto tacche nelle pareti tufacee lo collegano al calendario mensile lunare, associato al ciclo femminile e alle mestruazioni, simbolo a loro volta della fertilità femminile. La Dea Lunare è qui colei che genera la vita sulla Terra, nel pieno rispetto del concetto della Triplice Dea.
Caratteristiche sono anche molte sepolture nel cimitero vichingo di Lindholm Høje in Danimarca.
Molti sigilli di ordini religiosi, come ad es. quello dei Cavalieri Gaudenti, e sigilli di Gran Maestri sono stati racchiusi all’interno di forme a mandorla invece di forme rotonde, più usuali. Modernamente, la troviamo parimenti rappresentata nella forma dei collari indossati dagli officianti dei rituali massonici, ma è anche considerata la forma più appropriata per inserirvi le figure dei sigilli delle logge, esempio lampante è il simbolo dell’ Ordo Templi Orientis di cui fece parte anche l’esoterista e scrittore Aleister Crowley.
Nei tarocchi la ventunesima carta chiamata “Il Mondo” raffigura proprio una donna in una Vesica Piscis. La carta numero XXI dei tarocchi è l’ultima della serie che, iniziata con il Matto, la carta non numerata, via via si sviluppa fino ad arrivare a compimento della ricerca della propria identità. Dal Mondo, il compimento, si può sempre iniziare un’altra fase della vita vestendo di nuovo le vesti del mendicante, di quello che abbandona tutto e inizia da capo mettendosi in strada, in discussione, ed affrontando le difficoltà che ne conseguono. Una corona d’alloro, segno del vincitore nell’antichità, che circonda una fanciulla ignuda, dal viso estremamente rilassato. Intorno quattro Icone, l’angelo, il bue, l’aquila e il leone. Queste rappresentazioni circondano la donna nella ghirlanda, come se fossero quattro diversi tipi di energia base, in sinergia tra loro. Sono per l’ennesima volta riferimento a simboli che vengono dall’antichità. Per la tradizione cristiana rappresentano i quattro evangelisti. Per gli astrologi erano i quattro segni cardinali dello Zodiaco, rispettivamente Acquario, Toro, Scorpione, Leone. Ma sono anche a memoria dei quattro elementi, Acqua, Terra, Aria e Fuoco.
La Dea Madre di ogni umanità ha partorito i suoi templi consacrando, con la sua presenza silenziosa, diversi luoghi sulla faccia del pianeta. Colei che non possiede altro Genere che il Principio si è adattata a far da cornice al Cristo di Chartre, si è infusa nella globalità dell’impianto del grande santuario di Karnak e nella sostanza progettuale del tempio di Tell el-Amarna.
In merito a queste osservazioni indichiamo due tra le opere architettoniche più note del passato: Castel del Monte e la piramide di Cheope. Entrambe le costruzioni sono state realizzate attraverso l’applicazione e lo sviluppo dei rapporti geometrici della vescica e questa cosa sott’intende un legame tra i due edifici che si pone oltre il semplice confronto formale.
Nel tempio di Osiride ad Abydos è intagliato nella pietra,o meglio, è scavato talmente in profondità che anche raschiando per diversi centimetri la pietra, rimane sempre visibile, un fiore della vita. E’ stata usata una tecnica ancora oggi sconosciuta, che nessuno è stato ancora in grado di spiegare e replicare.
Particolare è la sfera che si trova sotto la zampa dei “Leoni di Fu” nella città proibita a Pechino dove sulla sua superficie troviamo proprio una seria di Vesica Piscis formanti una rete.
Molto famosi sono anche i Crop Circles o cerchi nel grano che compaiono in tutto il mondo e solitamente sono costruiti basandosi appunto sulla geometria sacra e soprattutto sulla figura della Vesica Piscis. La teoria più diffusa è che queste formazioni siano fatte da popoli extreterrestri che usano proprio questo codice universale per comunicare con noi lasciandoci dei messaggi impressi nei campi.
Questo simbolo a causa della sua chiara associazione con la sessualità è utilizzato nella società moderna in diversi loghi di marchi famosi come Gucci, Chanel, DC Shoes, Mastercard e sigarette Kool solo per citare alcuni esempi.
Una nota curiosa.
In una visita della nostra Associazione presso l’Insediamento rupestre di Zungri, in provincia di Vibo Valentia, abbiamo notato sul muro interno di uno dei silos presenti nello splendido villaggio, una grande Vesica Piscis, scolpita in maniera diligente e rispettando le proporzioni, un motivo in più per visitare questo magico sito sul Monte Poro fatto di grotte scavate nell’arenaria e di sorgenti naturali che sgorgano dal nulla.
Alfonso Morelli – Team Mistery Hunters
fonti: amoredivino.it, simbolisignificato.it, ginocacinodiangelo.blogspot.it, orizzontemagazine.it, angolohermes.com