Il Ring of Brodgar è in il terzo in ordine di grandezza fra i circoli di pietre dell’Inghilterra.
Costruito su un rilievo collinare rivolto a est, oggi sono rimaste soltanto ventisette delle sessanta pietre originarie ed è conosciuto come Ring of Brodgar o Broigar.
Le pietre fanno parte di un monumento a terrapieno, di cui ancora si riescono a intuire il fossato e la sponda, con entrate rivolte a nord-ovest e a sud-est.
Il circolo aveva un diametro di circa 110 metri e oggi la pietra più alta misura 4,6 metri.
Su quattro pietre vi sono alcune incisioni; in senso orario, dall’entrata di nord-ovest, sono presenti: sulla terza un’iscrizione runica chiamata Bjorn.
(nome norvegese, forse un visitatore, e il sito porta effettivamente il suo nome “di Bjorn);
sulla quarta c’è il simbolo runico delle croce; sull’ottava il simbolo runico dell’incudine e sulla nona pietra un’iscrizione ogamica.
I massi furono incisi molti anni dopo la loro collocazione.
Il sito risale alla prima Età del Bronzo, a circa il 2500 avanti Cristo.
Ring of Brodgar è stato chiamato anche Tempio del Sole, mentre le vicine pietre di Stennes erano chiamate Tempio della Luna, dalla disposizione a falce di luna delle pietre.
“La loro lavorazione è stata impeccabile”, dice Roff Smith, autore di un articolo su Ness of Brodgar in uscita sul numero di agosto del National Geographic.
“Le mura imponenti che hanno costruito possono rivaleggiare con quelle romane realizzate 30 secoli più tardi.
All’interno delle mura c’erano decine di edifici, tra cui una delle più grandi strutture di tutto il nord Europa preistorico”.
Tra il circolo e il terrapieno esterno c’era un fossato il quale era profondo non meno di 3,6 metri e largo 9.
Il profondo fossato avrebbe potuto avere un significato simile a quello delle mura di una cattedrale, dando la sensazione di un vasto spazio raccolto.
137 metri a sud-est si trova infine la Comet Stone che è ritenuta uno dei più precisi indicatori di allineamento nella zona di Brodgar.
La Pietra della Cometa è l’unico menhir che abbia questa funzione.
Molti sono i motivi che si possono ipotizzare per la costruzione di questo grande sito, si può però affermare con certezza che queste strutture dovevano avere grande
importanza nella vita della Comunità e avevano una funzione religiosa o rituale.
Potevano essere delle aree di osservazione astronomica, per tracciare la posizione degli astri nel cielo a seconda delle stagioni, o anche per calcolare il tempo che passa.
Da studi effettuati anche su altri siti del genere, sembra ci sia un collegamento fra il movimento del sole e quello della luna attraverso il cielo,
questa doveva essere un’area molto felice per l’osservazione dell’astro lunare.
Poteva anche essere un centro cerimoniale e magico con la possibilità di alloggiare la popolazione locale che assisteva alle cerimonie o agli eventi.
Ci stavano sino a 3000 persone, mentre l’area delle pietre di Stenness era troppo piccola per contenere i partecipanti rituali.
Un’altra teoria è che l’anello di Brodgar sia stato una zona dedicata al culto dei morti, mentre le pietre di Stenness, con il relativo focolare centrale, potevano rappresentare la vita.
Sotto quest’ottica si possono immaginare processioni che da Stenness andavano a Brodgar come viaggio simbolico della vita verso la morte.
Come riporta The Scotsman, lo scavo archeologico, che finora ha portato alla luce solo il 10 percento del sito originale, ha restituito migliaia di reperti incredibili,
aste cerimoniali, di pietra levigata, coltelli di selce, una figurina umana, pentole, spatole di pietra, ceramica altamente raffinata e più di 650 opere d’arte neolitica,
la più grande collezione mai trovata in Gran Bretagna.
Il Cerchio di Brodgar, le Pietre di Stenness, Skara Brae e la tomba di Maeshowe, tutti situati in un raggio di diversi chilometri da Ness,
in passato venivano visti come siti isolati e con storie distinte.
Ma con il progresso degli scavi, gli archeologi oggi pensano che questi monumenti megalitici fossero tutti collegati in qualche modo, anche se lo scopo complessivo rimane sconosciuto.
Questo paesaggio è molto più integrato di quanto chiunque abbia mai ipotizzato,dice l’archeologo Nick Card, direttore degli scavi.
“Tutti questi monumenti sono indissolubilmente legati da un qualche grande tema che possiamo solo immaginare.
Le persone che hanno dato vita a tutto ciò facevano parte di una società più complessa e capace di quanto solitamente si pensi”.
Il sito di Ness, insieme ad altre strutture dell’Età della Pietra, formano il nucleo di un sito patrimonio mondiale dell’UNESCO chiamato il Cuore delle Orcadi Neolitiche.
Roff Smith, autore dell’articolo del National Geographic, è convinto che le Orcadi siano state abitate da persone in anticipo sui tempo.
“Avevano la tecnologia dell’Età della Pietra, ma la loro visione era di millenni in anticipo”.
Un fertile e lussureggiante arcipelago al largo della punta settentrionale della moderna Scozia, su cui è stato realizzato un complesso di edifici monumentali
completamente differente da quanto visto fino a quel momento.
Giuseppe Oliva Team Mistery Hunters
Fonti: Web