Il “Leonardo di Saracena” NON è Giocondo Bissanti

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Il “Leonardo di Saracena” NON è Giocondo Bissanti

Vi avevamo messo in guardia dai “sensazionalismi giornalistici senza fondamento” attinenti all’Ultima Cena Calabrese che purtroppo, come un orologio svizzero, sono apparsi su alcune testate giornalistiche e su molti siti internet. Ci vediamo costretti a fare alcune precisazioni, dati alla mano, riguardo queste “false notizie”, per un senso di rispetto verso tutte le persone che si stanno appassionando a questo misterioso caso. Le Associazioni Mistery HuntersMystica Calabria Santa Maria del Gamio stanno collaborando per dare dignità e visibilità a quest’opera con una divulgazione emozionale su tutti i media, dettata dalla passione per l’amata Calabria, e uno studio serio e approfondito, con dati storici accertati, senza creare falsi miti. Ci dispiace constatare, dai documenti in nostro possesso, che l’autore dell’opera NON può essere Giocondo Bissanti (già chiamarlo Giacomo, come è stato riportato erroneamente in questa “fake news”, fa capire molto sul grado di ricerca svolto).  In questo articolo viene riportata integralmente la lettera di Lia Grisolia, Vicepresidente dell’Associazione Culturale Santa Maria del Gamio, che ha spedito ad Alfonso Morelli, Segretario dell”Associazione Mistery Hunters, e ad Ines Ferrante, Presidente dell’Associazione Mystica Calabria, dove vengono illustrate le nuove prove storiche sull’Ultima Cena di Saracena.

“Negli ultimi giorni si sta facendo un gran parlare di quello che a detta di molti sarebbe stato l’autore della copia dell’Ultima Cena collocata nel refettorio dell’ex Convento dei Cappuccini di Saracena. Tale autore secondo i giornalisti del quotidiano “Parole di vita” sarebbe proprio Giocondo Bissanti. Ebbene, al netto delle ultime ricerche effettuate da Don Leone Boniface insieme alla scrivente, è emerso chiaramente un dato storico inconfutabile: l’autore della nostra Ultima Cena non può essere Giocondo Bissanti per una serie di ragioni storiche che vado ad esporre in questa sede. In primo luogo la filologia e lo studio delle fonti d’archivio hanno confermato questa nostra tesi in maniera lampante. In un inventario dei beni della parrocchia di Santa Maria del Gamio e delle Armi in Saracena, relativo all’anno 1809, si menzionano anche i beni afferenti al Convento dei Cappuccini dei quali si parla in questi termini:

Nel refettorio si ospitano sette mense, il quadro della Cena , quadri di Cardinale, uno di Arcivescovo e tre d’altri uomini di religione…” 

Pertanto, stando all’evidenza storica e tenendo per certa la data 1809 come data in cui la nostra Ultima Cena doveva già essere allocata in situ, possiamo plausibilmente ritenere fondata l’ipotesi che il terminus ante quem relativo alla messa in opera della Cena di nostro Signore, sia appunto anteriore alla data riportata in calce al dipinto, il 1859. Ulteriore prova che conferma questa ipotesi è il fatto, notorio a chi avrà letto gli atti conservati presso l’archivio parrocchiale su citato, che le mani operose di Giocondo Bissanti apparvero per la prima volta a Saracena non prima del 1888 e restarono in piena attività almeno fino al 1895. Ipotesi verificabile facilmente osservando con attenzione due ritratti conservati presso la Pinacoteca Comunale, realizzati e firmati dal Bissanti. Si tratta del ritratto di D. Leonardo Mastromarchi Sacerdote, nato nel 1844 e ritrattato dal Bissanti nel 1888 insieme al ritratto di D. Alessandro Mastromarchi Abbate Parroco, nato nel 1840, ritrattato nello stesso anno. Dal punto di vista cronologico, dunque, tocca precisare anche il fatto che il committente dell’Ultima Cena pollineana non può essere stato quel Leonardo Mastromarchi citato da certa stampa, dal momento che risulta nato nel 1844, mentre la prima data utile che attesta la presenza dell’Ultima Cena nel convento è appunto il 1809. Il Sacerdote in questione non era nemmeno nato! Se poi si considera che Bissanti operò sicuramente a Saracena anche nel 1895, come attestato dai ritocchi da lui eseguiti sui dipinti della Ss. Trinità e di S. Stefano conservati nella Chiesa di Santa Maria del Gamio in Saracena, il quadro storico risulta completo e ci consente di escludere Bissanti dal novero di quanti potrebbero aver contribuito a creare quest’opera che meriterebbe di essere conservata e preservata. Pertanto ad oggi, la copia dell’Ultima Cena di Saracena risulta ancora anonima, gli studi continuano alacremente alla ricerca di indizi e fatti storici che possano aiutarci a fare chiarezza sulle circostanze e la committenza del dipinto.”

Come sempre chiediamo a tutti quelli che hanno notizie certe e documentate di contattarci per risolvere l’enigma di chi sia il “Leonardo di Saracena“.

Alfonso Morelli team Mistery Hunters